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Quando si può accendere il riscaldamento? Zone climatiche italiane

Con l'arrivo della stagione fredda, una delle domande più comuni che i cittadini italiani si pongono è: quando si può accendere il riscaldamento?

La risposta non è univoca, ma dipende da una precisa regolamentazione basata sulla suddivisione del territorio nazionale in diverse aree geografiche.

Questa classificazione, nota come zone climatiche Italia, è stata istituita per ottimizzare i consumi energetici, contenere l'impatto ambientale e garantire un'adeguata fornitura di calore in base alle reali necessità meteorologiche di ogni località.

La normativa di riferimento (principalmente il D.P.R. n. 74/2013, aggiornato da successivi decreti ministeriali) stabilisce periodi di accensione, orari giornalieri e limiti di temperatura differenti per ciascuna delle fasce climatiche Italia.

Comprendere questo sistema è fondamentale per ogni cittadino, non solo per rispettare la legge, ma anche per gestire in modo consapevole i propri consumi e le relative spese in bolletta.

La classificazione del territorio: le zone climatiche basate sui gradi giorno

Per regolamentare in modo equo e scientifico l'accensione degli impianti termici, il territorio italiano è stato suddiviso in sei zone di riscaldamento, identificate con le lettere dalla A alla F. L'assegnazione di un comune a una specifica zona non è arbitraria, ma si fonda su un parametro tecnico chiamato "gradi giorno" (GG).

I gradi giorno rappresentano una unità di misura che calcola il fabbisogno termico di una determinata area geografica.

Vengono calcolati sommando, per tutti i giorni del periodo di riscaldamento convenzionale, la differenza tra una temperatura interna di riferimento (fissata a 20°C) e la temperatura media esterna giornaliera, solo quando tale differenza è positiva. In parole semplici, un valore di gradi giorno più elevato indica un clima più rigido e, di conseguenza, una maggiore necessità di riscaldamento.

È proprio in base a questo valore che vengono definite le zone climatiche in riferimento all’accensione del riscaldamento, stabilendo un legame inscindibile tra zona e riscaldamento.

La consultazione delle zone climatiche in Italia per comune è possibile attraverso la documentazione ufficiale allegata alla normativa o tramite strumenti online messi a disposizione da enti e fornitori di energia.

Le sei fasce di riscaldamento: mesi di attività e comuni coinvolti

Le normative definiscono per ciascuna delle fasce riscaldamento il periodo dell'anno in cui è consentita l'accensione. Vediamo nel dettaglio le caratteristiche e i comuni di ogni zona.

Zona A (Gradi Giorno < 600)

  • Periodo di accensione: dal 1° dicembre al 15 marzo, per un massimo di 6 ore giornaliere. I termosifoni si possono quindi accendere per circa tre mesi e mezzo.
  • Comuni principali: si tratta della zona più calda, che include esclusivamente comuni come Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle.

Zona B (Gradi Giorno tra 601 e 900)

  • Periodo di accensione: dal 1° dicembre al 31 marzo, per un massimo di 8 ore giornaliere. L'accensione è permessa per quattro mesi.
  • Comuni principali: raggruppa gran parte della Sicilia e della Calabria meridionale. Ne fanno parte province e città come Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani.

Zona C (Gradi Giorno tra 901 e 1.400)

  • Periodo di accensione: dal 15 novembre al 31 marzo, per un massimo di 10 ore giornaliere. Il periodo di attività si estende a circa quattro mesi e mezzo.
  • Comuni principali: include molte aree del Sud Italia e alcune zone costiere. Tra i comuni e le province troviamo Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Imperia, Latina, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto.

Zona D (Gradi Giorno tra 1.401 e 2.100)

  • Periodo di accensione: dal 1° novembre al 15 aprile, per un massimo di 12 ore giornaliere. Qui i termosifoni restano accesi per circa cinque mesi e mezzo.
  • Comuni principali: è una zona molto vasta che copre gran parte del Centro Italia e alcune aree del Nord e del Sud. Vi rientrano città come Ancona, Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Genova, Grosseto, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa-Carrara, Matera, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Teramo, Viterbo e Vibo Valentia.

Zona E (Gradi Giorno tra 2.101 e 3.000)

  • Periodo di accensione: dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore giornaliere. Questa è la zona con il periodo di accensione più lungo tra quelle con limitazioni, coprendo sei mesi.
  • Comuni principali: è la zona più popolosa e comprende la quasi totalità dei comuni della Pianura Padana e delle aree appenniniche. Esempi sono Alessandria, Aosta, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Como, Cremona, Ferrara, L'Aquila, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Sondrio, Torino, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verbania, Vercelli, Verona e Vicenza. La zona climatica Milano, come quella di Torino, rientra pienamente in questa categoria, così come la maggior parte delle zone climatiche Lombardia.

Zona F (Gradi Giorno > 3.000)

  • Periodo di accensione: nessuna limitazione. L'accensione è consentita durante tutto l'anno senza un orario massimo giornaliero.
  • Comuni principali: include le aree più fredde del Paese, tipicamente le Alpi e gli Appennini più elevati. Ne fanno parte comuni delle province di Belluno, Cuneo, Trento (per le sue località più in quota) e centri montani come Bardonecchia, Courmayeur e Livigno.

Questa dettagliata suddivisione delle zone climatiche in Italia fornisce una risposta precisa alla domanda su quando si possono accendere i termosifoni, adattando le regole alle specifiche esigenze climatiche di ogni comune.

Esempi pratici: la zona climatica di Milano e le zone climatiche in Lombardia

Per comprendere meglio come funziona il sistema, è utile analizzare un caso specifico.

La zona climatica Milano è la E. Questo significa che nel capoluogo lombardo e in gran parte dei comuni della pianura, i termosifoni possono essere accesi per un massimo di 13 ore al giorno in un arco temporale che va da metà ottobre a metà aprile.

In ogni caso è importante, però, notare che una singola regione può contenere diverse aree climatiche. Le zone climatiche della Lombardia, ad esempio, non sono uniformi.

Mentre la maggior parte della pianura rientra nella Zona E, le aree montane della Valtellina, della Valcamonica e delle Prealpi più elevate sono classificate come Zona F, dove non esistono restrizioni.

Questa eterogeneità evidenzia come la regolamentazione del riscaldamento zone per zona sia stata pensata per essere capillare e aderente alle diverse realtà microclimatiche del territorio.

Limiti di temperatura e situazioni eccezionali

Oltre ai periodi e agli orari di funzionamento, la normativa stabilisce anche le temperature massime consentite all'interno degli edifici durante il periodo di esercizio dell'impianto.

Per le abitazioni, gli uffici e le scuole, la temperatura dell'aria non deve superare i 19°C, con una tolleranza di +2°C.

Cosa succede, però, se si verificano ondate di freddo anomale al di fuori dei periodi stabiliti?

La legge prevede la possibilità di deroghe.

In presenza di situazioni climatiche eccezionali, le autorità comunali possono, infatti, emettere ordinanze specifiche per autorizzare l'accensione degli impianti di riscaldamento. Questo meccanismo garantisce flessibilità e risponde alla domanda su quando accendere i termosifoni in caso di freddo improvviso.

Un sistema per un consumo consapevole

La suddivisione dell'Italia in zone climatiche rappresenta un sistema razionale ed efficace per la gestione dell'energia termica a livello nazionale.

Conoscere la propria zona di appartenenza, i relativi periodi di accensione e i limiti di temperatura non è solo un obbligo di legge, ma un atto di responsabilità individuale e collettiva.

Rispettare queste regole consente di contenere i costi energetici, ridurre le emissioni inquinanti e contribuire agli obiettivi di sostenibilità ambientale del Paese.

Una gestione informata e consapevole del proprio impianto di riscaldamento è il primo passo per un inverno più sostenibile per tutti.

Non esitare a richiedere una consulenza gratuita e senza impegno. Un nostro consulente ti ricontatterà per fornirti tutti i chiarimenti necessari e per programmare un sopralluogo nella tua abitazione.

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